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Il sorriso di Giovanni Storti per raccontare le Alpi Apuane: tra ironia e impegno, una lezione di biodiversità

Tra Natura e Quota, Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane si snoda lungo i sentieri di un viaggio che intreccia natura selvaggia, umanità e consapevolezza, seguendo il percorso del protagonista tra le fragranze dell’Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi, il rifugio Puliti e le salite verso il Monte Nona e la storica ferrata del Monte Procinto, la più antica d’Italia. È tra questi scenari mutevoli e suggestivi delle Alpi Apuane che si sviluppa la narrazione, alternando momenti di leggerezza a riflessioni profonde sui rischi e sulle meraviglie del territorio, mentre il pubblico viene naturalmente condotto a scoprire le minacce che incombono su un ecosistema prezioso, quasi sospeso tra cielo e mare.

Il documentario, scritto e diretto da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, prodotto da Cineblend s.r.l. con la collaborazione del Club Alpino Italiano, si distingue per un racconto corale che trova nella presenza di Giovanni Storti il proprio baricentro. Attorno a lui ruotano figure chiave: la guida alpina Gionata Landi, la biologa Elena Alberti, il presidente della SOSEC del CAI Alessio Piccioli, l’esperto ambientale Alberto Grossi, la guida ambientale Andrea Ribolini e la presidente della sezione CAI di Forte dei Marmi, Veronica Pierotti. Tutti uniti dal comune intento di trasmettere passione e competenza, rendendo il viaggio non solo esplorazione ma lezione di rispetto e curiosità verso un ambiente fragile e vivo.

Il focus sulla figura di Giovanni Storti emerge chiaro: da anni volto noto della comicità italiana con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, Storti si è distinto non solo sul palco e sul grande schermo ma, con crescente costanza, anche sui social per l’impegno e la sensibilità nei confronti dei temi ambientali. La sua capacità di trattare concetti complessi come la biodiversità e la sicurezza in montagna con acuta ironia e leggerezza diventa il filo conduttore dell’intero documentario, trasformando ogni tappa in un’occasione di divulgazione e coinvolgimento. “Metterci la faccia”, per Storti, non è solo espressione: è un atto di responsabilità che spalanca le porte della conoscenza a un pubblico variegato, spesso poco consapevole del valore inestimabile dei paesaggi naturali italiani e delle sfide che essi affrontano.

Tema centrale resta la tutela della biodiversità, narrata come ricchezza e interdipendenza di tutte le forme viventi, e la riduzione del rischio nell’ambiente montano, illustrata con la serietà necessaria ma senza mai perdere il sorriso. Il viaggio documenta quanto sia essenziale aggiornare le conoscenze e le attrezzature per affrontare la montagna in sicurezza, mostrando che solo attraverso la collaborazione tra esperti, istituzioni come il CAI, e comunicatori capaci nasce una vera sensibilizzazione.

Il film emerge come un’opera compiuta dove la maestria di Giovanni Storti nell’alternare ironia e profondità si coniuga con la competenza e la passione di figure come quelle del CAI, offrendo allo spettatore un’esperienza cinematografica in cui la natura e l’impegno civile non sono mai separati. “Tra Natura e Quota” è quindi più di un semplice documentario: è un invito a sentirsi parte integrante della biodiversità e a custodire quella ricchezza di vita che, se trascurata, rischia di essere persa senza ritorno.

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