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Recensione di Made in RA: la storia in musica di GB Project

C’è un momento, nella vita di chi ascolta tanta musica, in cui si incrociano anime affini, anche solo attraverso le note. E quando mi sono immersa nell’ascolto di Made in RA, l’ultimo lavoro di GB Project, alias Gilberto Mazzotti, uscito per Alfa Music (distribuito Egea), ho avvertito con chiarezza proprio questo: la presenza viva di un autore che ha messo a nudo la propria storia, il proprio sentire, restituendoli con una forza che non può lasciare indifferenti.

È un disco che arriva dopo anni di gestazione e che oggi, con un mastering potente, restituisce tutta l’energia che immagino abbia sprigionato nei live. Mazzotti – pianista e compositore dalla lunga esperienza, affiancato da Alessandro Scala al sax soprano, Adriano Rugiadi al basso fretless, Stefano Calvano alla batteria e Maria Francesca Melloni alla voce e alla penna del brano Nuova vita – ci guida in un viaggio che sa di terra e di cielo, tra jazz radicato e contaminazioni cosmopolite, tra passato e futuro. Non è stato semplice restare ferma durante il primo ascolto: le sonorità scattanti e avvolgenti, i dialoghi tra gli strumenti, quel senso continuo di movimento e vibrazione mi hanno letteralmente rapita. E poi Volo. Un titolo, un’intuizione. È stato come spalancare una finestra e sentire il vento sul viso. La composizione è lieve, aerea, ma mai impalpabile: sembra costruita con la stoffa dei sogni, ma ha la concretezza delle emozioni vere. In quel brano ho riconosciuto la libertà: la libertà del jazz, della mente, del cuore. E questa sensazione, per me, è stata il filo conduttore di tutto l’album. Ogni traccia possiede un carattere definito, eppure si lega perfettamente alle altre, come capitoli di un unico racconto che attraversa epoche, generi e latitudini. C’è la nostalgia dolce di Barsil, l’ironia e il gusto sensoriale di Savor, la commozione intima di Dantem, la carezza di luce che è Light. E poi Sounds of Europe e Union, con la loro visione ampia e collettiva, quasi a voler ricordare che l’arte non è mai un gesto solitario, ma sempre un ponte, un legame. Infine Nuova vita, un brano che commuove già dal titolo, reso ancora più toccante dalla voce delicata e piena di sfumature di Maria Francesca Melloni.

Ascoltando Made in RA ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a un album non solo ben costruito, ma profondamente vissuto. Ogni nota parla, ogni pausa respira. È jazz, sì, ma è anche molto di più: è la somma di incontri, di radici, di affetti. È un disco che si lascia assaporare come un dolce raro, e che, una volta finito, lascia il desiderio di tornare indietro e ricominciare.

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